La cucina italiana è uno dei tratti più riconoscibili dell’identità nazionale, un patrimonio culturale costruito nel tempo attraverso tradizioni, consuetudini familiari e un profondo legame con il territorio. Non si tratta solo di ricette, ma di un insieme di saperi che includono la scelta della materia prima, il rispetto della stagionalità e la trasmissione orale delle tecniche di preparazione.

Ogni regione racconta una storia diversa, fatta di clima diversi e diverse influenze storiche, che si riflettono nei piatti e nei rituali legati al cibo. In Italia mangiare significa condividere, creare relazioni, celebrare momenti di vita quotidiana e straordinaria. È proprio questa dimensione culturale e sociale ad aver portato l’Unesco a riconoscere la cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, valorizzando non solo un modello alimentare sano e equilibrato, ma uno stile di vita che unisce convivialità, sostenibilità e rispetto per le tradizioni. 

Eppure, come ha fatto notare Alberto Grandi su Domani, quella dell’Unesco è «una rappresentazione che non ha nulla a che vedere con ciò che abbiamo mangiato per secoli, né con ciò che mangiamo oggi e soprattutto che non ha nulla che vedere con il rapporto col cibo degli italiani di ieri e di oggi». Il motivo? Abbiamo sostenuto un’idea patinata, indotta dal marketing, di un’unica tradizione nazionale millenaria. Una cartolina dell’Italia che piace ai turisti. La “cucina italiana” in realtà non esiste, non è mai esistita. È un’epopea recente, spezzettata, novecentesca, straordinaria sì perché nasce soprattutto dalla mancanza, dalla fame, dall’arrangiarsi. Abbiamo usato la creatività per trasformare la fragilità in un potenziale.

Per restituire un’idea più realistica della nostra cucina, nella nostra newsletter quotidiana Oggi è Domani, abbiamo chiesto ai nostri lettori di farci degli esempi, raccondandoci un piatto delle loro origini, di tradizione povera, possibilmente non mainstream, con tanto di ricetta su come prepararlo. L’obiettivo era trarne un campionario dell’Italia che alle Nazioni unite non assaggeranno: ecco cosa ci avete risposto.

Sua maestà il ragù, ma di pollo

I nostri lettori e le nostre lettrici si sono divisi. Molti hanno proposto ricette con carne, altri invece propongono ricette a base di carboidrati e legumi. Il ragù non manca mai, ma una nostra utente propone un’alternativa sostituendo la carne macinata con il pollo: «Invece di usare la carne tritata che odio da quando ero bambina, uso una coscia di pollo bio, pelle compresa», e condivide anche dei consigli.

«Lascio rosolare a fiamma media da ambedue le parti, finché dorati. Poi aggiungo il vino, lo lascio evaporare e poi aggiungo mezzo chilo di pomodori pelati, abbasso la fiamma al minimo e copro con coperchio. Controllo il ragù ogni dieci minuti». Dopo mezz’ora circa si deve spegnere il fuoco e far raffreddare con la coscia di pollo sempre nella padella. Il ragù è pronto. Prima di servirlo di deve togliere la coscia. Il pollo sarà ottimo da mangiare a parte. 

Bagna Cauda

La bagna càuda, nome piemontese che significherebbe "salsa calda" , è una tipica specialità gastronomica della cucina piemontese, originaria del Piemonte. La bagna càuda è una preparazione a base di aglio e acciughe dissalate e deliscate, cotta a fuoco lento in olio d'oliva, riducendo il tutto a salsa. Si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione solitamente divise tra crude e cotte: cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o abbrustoliti, foglie di cavolo crude, cavolfiori, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore, ravanelli, rape, soprattutto «il re, il cardo gobbo di Nizza Monferrato» che risulta essere un ingrediente «immancabile». Il nostro lettore precisa che: «Alcuni aggiungono latte ma la vera ricetta dei contadini piemontesi non la prevede».

Polpette di pane

Per creare piatti gustosi spesso servono materie prime semplici. Il pane, ad esempio, è l’ingrediente principale della ricetta di un nostro utente che prepara «Polpette di pane». Anche in questo caso la ricetta è semplice ma bisogna armarsi di pazienza e friggere. È anche una ricetta anti spreco perchè viene utilizzato del pane vecchio: «Prendere il pane raffermo e ammorbidirlo in acqua tiepida o latte. Dopo 30 minuti, strizzare bene il pane e metterlo in una ciotola. Aggiungere 3 uova e parmigiano grattugiato, sale, pepe e una manciata di prezzemolo tagliato fine. Mescolare bene, se la miscela è troppa morbida, aggiungere pane grattugiato, quanto basta. Formare delle polpette e friggerle in olio di arachidi bollente. Si possono mangiare così o ripassate in sugo leggero». 

Zuppa di pane con fagioli

Un piatto con i legumi è un’altra alternativa vegetale semplice ma gustosa che un lettore condivide, «si lessano i fagioli e si insaporiscono con olio sale peperoncino, oltre a pomodori con rosmarino e alloro. In un piatto si affetta sottilmente il pane raffermo e si bagna con i fagioli insaporiti. Si serve in una scodella accompagnata da un cipollotto e da olive qualità». 

Fave alla gallurese

Molti utenti hanno condivido con noi ricette che fanno parte dei loro ricordi e del loro passato, come  «le fave intere saltate in padella, ricetta gallurese» che rappresenta per una lettrice un piatto della sua fanciullezza :«Sono un piatto della mia infanzia, non abitavamo più in Gallura ma mia madre le cucinava con la ricetta imparata in casa da ragazza. La ricetta avrebbe anche una variante sassarese: «Le fave sono un gustosissimo piatto povero della tradizione sassarese, ma questo piatto Gallurese è ancora più povero perché si cucina la fava intera senza sgranare».

Il procedimento è comunque semplice: «si scelgono fave fresche, con la buccia pulita e senza bitorzoli, e si mettono a bollire in acqua salata per 25 minuti. Si prepara in padella un soffritto di cipolle e finocchietto selvatico, quando è pronto si aggiungono le fave ben scolate e si fanno saltare per qualche minuto aggiungendo a fine cottura un cucchiaio di panna», e il piatto è pronto.

Pollo in salsa olandese

Un’altra ricetta dal mondo è il pollo lessato con riso e salsa olandese al limone. Il pollo viene lessato, così anche il riso di accompagnamento. La salsa è una bechamel fatta con il brodo, con l'aggiunta di un rosso d'uovo e mezzo limone spremuto. La salsa olandese è una delle salse più usate in Francia, accompagna spesso le ricette di uova alla Benedict anche per il brunch all'americana e con verdure cotte al vapore come gli asparagi.

Polenta, pancetta e farina di castagne

La ricetta è molto semplice e una nostra lettrice racconta che è un piatto della nonna, «ricetta di mia nonna che proveniva dalle campagne attorno a Bologna». Si prepara unendo una fetta di pancetta soffritta in padella ad una fetta spessa di polenta. Infine, basta spolverare al di sopra del piatto la farina di castagne, «sembra strana ma è deliziosa», commenta l’utente. 

ALTRI SONDAGGI

La scorsa settimana abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa pensano riguardo le pesanti polemiche hanno travolto la fiera dedicata alla piccola e media editoria dell'Aie, «Più libri più liberi» per la presenza della casa editrice Passaggio al bosco, per la pubblicazione di testi di estrema destra. La maggior parte dei nostri utenti credono che sia cruciale prendere una posizione netta contro tali linee di pensiero e agire di conseguenza.

In precedenza abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa pensano riguardo all'istruzione parentale, se secondo loro è uno strumento educativo efficace per favorire il pieno sviluppo della persona. Per molti lettori l'istruzione parentale e l'Homeschooling possono essere valide alternative.

In precedenza abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa ne pensano e quale sia il loro rapporto con la cucina, se la si vive come stanza o come come luogo dell'anima. Per molti lettori la cucina è un luogo in cui vivono molti ricordi, per altri invece è il luogo in cui preparare buoni pasti.

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