Il saggio

Far sentire le voci dei dissidenti nel mondo libero è vitale

the winners left to right Svetlana TICHANOWSKAJA, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, Charlemagne Prize winner, Veronica TSEPKALO, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, Charlemagne Prize winner, Tatsiana KHOMICH, sister of Charlemagne Prize winner Maria KALESNIKAVA, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, International Charlemagne Prize of the city of Aachen, presentation in the city hall of the city of Aachen on May 26th, 2022. Photo by: Malte Ossowski/SVEN SIMON/picture-alliance/dpa/AP Images
the winners left to right Svetlana TICHANOWSKAJA, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, Charlemagne Prize winner, Veronica TSEPKALO, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, Charlemagne Prize winner, Tatsiana KHOMICH, sister of Charlemagne Prize winner Maria KALESNIKAVA, BLR, Belarus, Belarus, civil rights activist, International Charlemagne Prize of the city of Aachen, presentation in the city hall of the city of Aachen on May 26th, 2022. Photo by: Malte Ossowski/SVEN SIMON/picture-alliance/dpa/AP Images
  • In Dissidenti, Gianni Vernetti racconta di prima mano 25 storie, poco note in Italia, di persone che in Cina, Russia, Iran, Turchia e altri paesi lottano contro le nuove autocrazie.
  • Il libro è un antidoto efficace contro un luogo comune piuttosto diffuso, anche fra i progressisti, secondo cui i diritti umani sarebbero una aspirazione esclusivamente occidentale.
  • Contiene inoltre indicazioni concrete su quello che possiamo fare per sostenere la democrazia nel mondo. Ma la «globalizzazione dei diritti» deve accompagnarsi a una loro rivendicazione più coerente anche nel campo occidentale.

A volte la libertà si spegne all’improvviso: quando succede, come in Cile nel 1973, fa clamore, ne restiamo tutti colpiti; ma non è questa la norma. Più spesso i regimi autoritari si vanno formando gradualmente. Le loro maglie si fanno a poco a poco più stringenti. Come è accaduto in Russia, con Putin. Come avviene in Cina. Come sta succedendo in Turchia. Così come, in misura minore, si è verificato all’interno della stessa Unione europea, in Polonia o in Ungheria. E a ben vedere questo è suc

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