Certo arriva qualche libro nuovo, come L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio, da Einaudi, ma le cose non cambiano, è Tutto è qui per te di Fabio Volo, da Mondadori, che domina la classifica dei libri più acquistati dagli italiani per la terza settimana consecutiva e si avvia a stravincere la volata natalizia.

Al secondo posto risale il thriller psicologico di Donato Carrisi, L’educazione delle farfalle, da Longanesi, che supera Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi, Einaudi Stile libero, di Maurizio De Giovanni. È un Natale italiano, sta succedendo nelle librerie quello che accade nei cinema con il film di Paola Cortellesi C’è ancora domani che domina al botteghino.

Al quarto posto per Sperling&Kupfer La moneta dei mondi di Dieffe, due fratelli social David e Fred da sempre appassionati di cacce al tesoro. E di canoa. E di tennis. E di life hacks. E di Fortnite. E di ricette di TikTok. Ma soprattutto di cacce al tesoro. Hanno followers a bizzeffe.

Risale al quinto posto il romanzone storico e di formazione La portalettere di Francesca Giannone, da Nord, un libro mainstream molto amato dai lettori e dalnnle lettrici, soprattutto, che si avvia al traguardo non banale delle duecentomila copie. Superando la Roma infinita e cazzulliana di Quando eravamo i padroni del mondo, da Harper Collins, che tiene il primato della saggistica davanti ai giornalisti del Fatto Marco Travaglio, con la sua spiega Israele e i palestinesi in poche parole, e Andrea Scanzi con l’esplicito La sciagura. Giorgia Meloni e il suo governo disastroso, entrambi per Paperfirst.
A seguire il libro di Bruno Vespa, unico rito natalizio immarcescibile, sopravvissuto persino al declino del cinepanettone, Il rancore e la speranza. Ritratto di una nazione dal dopoguerra a Giorgia Meloni per Mondadori.

L’autrice dell’Arminuta new entry al quattordicesimo posto con L’età fragile, a ruota di Giù nella valle di Paolo Cognetti, due libri della letteratura Einaudi. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli. Perché non esiste un’età senza paura. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire.
Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Questo il racconto di Di Pietrantonio.

I libri che ci parlano di Michela Murgia

Infine va detto che lo spirito del tempo, anche quello cattivo, continua a illuminare l’opera di Michela Murgia con tre titoli in classifica. Perché i libri di Murgia reagiscono come profetici reagenti al presente.
L’orribile femminicidio di Giulia Cecchettin e l’eco di dolore che ha coinvolto l’intero paese hanno rilanciato Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, Einaudi, perché se si è donna, in Italia si muore, e si muore anche di linguaggio. E Murgia ci ha avvertito che di tutte le cose che possono fare le donne nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.

Accabadora, Einaudi, domina da settimane la classifica dei tascabili, un best seller seller tradotto in tutto il mondo, amato da centinaia di migliaia di lettori, che è un classico contemporaneo. È uno dei migliori romanzi italiani degli anni Duemila.
Infine le duecentomila copie di Tre ciotole, da Mondadori, l’ultimo potente romanzo scritto nei giorni di una malattia già crudele. Chiara Valerio ha intuito da subito che di Michela Murgia occorre parlare al presente. 
Anche oggi, alle 18.30, all’Auditorium della Nuvola, a Più libri e più liberi, si parlerà di lei e del suo rapporto con la lettura con Simonetta Bitasi,  di quello con la moda con Maria Luisa Frisa, con la politica con Djarah Kan, con il femminismo con Lorenzo Gasparrini e di quello con la morte con Ginevra Lamberti.

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