Nell’ultima settimana le evoluzioni del conflitto tra Russia e Ucraina e i cambiamenti repentini di posizione del presidente americano Donald Trump hanno messo in allarme l’Unione europea. 

Il Consiglio europeo straordinario del 6 marzo ha portato i 27 stati dell’Unione a trovare un accordo condiviso sul riarmo e proprio oggi anche il parlamento europeo ha votato a favore della mozione a sostegno del piano Rearm Europe, voluto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. 

Per questo motivo, abbiamo chiesto alle lettrici e i lettori della nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, il loro parere sul progetto di riarmo europeo, se è una conseguenza inevitabile dell’evoluzione della situazione internazionale. O se potevano esserci altre soluzioni.

Il riarmo europeo è un male necessario

Per una parte dei lettori e delle lettrici, il riarmo europeo rappresenta un male necessario, dovuto al peggioramento e dall’instabilità della situazione internazionale, che richiede una presa di posizione e il dotarsi degli strumenti per riuscire effettivamente a difendersi da eventuali aggressioni.  

  • «Male necessario: se hai uno stato confinante aggressivo, che capisce solo il linguaggio della forza, non ci sono molte opzioni. Avere le armi non significa usarle per attaccare, ma per difendersi. Il pacifismo disarmato non è ragionevole, purtroppo, perché se lo fosse, in effetti, si potrebbe spendere di più per il welfare».
  • «Il riarmo europeo è assolutamente necessario, il pacifismo a senso unico è un suicidio, la libertà esige sacrifici».
  • «Credo che a nessuno piaccia l’idea del riarmo a scapito del welfare. Ma allora dobbiamo deciderci: siamo per il disarmo totale considerando che questo potrebbe essere anche un deterrente per guerre future?»
  • «Purtroppo non siamo in tempi di pace, e, in queste condizioni, ritengo che essere disarmati sia un lusso che non ci possiamo più permettere. Lo dico con tristezza e consapevole del fatto che le risorse destinate alla difesa non potranno essere usate per altri scopi, ma in questo momento penso che sia a rischio la sopravvivenza stessa delle democrazie europee di fronte all'aggressività di Russia e Stati Uniti».

Non possiamo finanziare i singoli stati: serve un esercito Ue 

La maggior parte dei lettori e delle lettrici di Domani è però convinta che, nonostante ci sia la necessità di aumentare le spese sulla difesa, quello che serve non è un piano per finanziare gli eserciti dei singoli Stati, ma un esercito europeo, così da rendere la difesa un tema accentrato e comune

  • «Nella forma in cui avviene mi sembra isteria. Sono d'accordo con una difesa europea, ma questa non deve necessariamente passare per un *riarmo* dei singoli stati Vorrei un avanzamento dell'integrazione politica dell'Europa, il che gli darebbe più autorevolezza internazionale. Una integrazione politica permetterebbe una integrazione degli eserciti, e una maggiore efficacia a parità di spesa militare. Bisogna poi studiare e mettere in pratica, addestrare, a forme di difesa alternative alle armi, nonviolente, da affiancare alle esistenti».
  • «I valori pacifisti restano validi, ma oggi per cercare la pace serve deterrenza che solo la forza può dare. Non dimentichiamo che ottant’anni di pace in Europa sono stati garantiti da equilibri di forza. Non si devono riarmare eserciti nazionali, ma questi debbono confluire in uno europeo da costruire o dare forti segnali di volontà e decisioni in tempi brevi».
  • «L'Unione europea deve continuare a portare avanti il processo di pace per cui è nata sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, ma non deve farsi fagocitare da personaggi come, o Trump. Venendo alla domanda iniziale: sì credo in una difesa comune con una spesa accentrata e non decentrata nelle varie nazioni. Il riarmo non mi piace ma se proprio si deve che lo si faccia nel modo giusto, senza sprechi e tenendo sempre a mente che per fare la pace si deve preparare la pace e non la guerra. Fra quattro anni Trump non potrà essere rieletto e speriamo che gli americani facciano uno scatto in avanti verso la democrazia che stanno perdendo».
  • «Se è strumentale a creare una difesa collettiva (almeno di una parte di Europa), gestita da un organismo sovranazionale se non europeo (ma senza l'unanimità di tutti i componenti) bene. Altrimenti si realizzeranno tanti Stati che spenderanno per le singole forze armate (come mi sembra che sia attualmente in ambito Nato, dove però è preponderante la decisione e l'armamento degli Stati Uniti) senza integrazione di addestramento e di sistema d'arma. Altre alternative condannerebbero i vari Paesi europei a sottomettersi alla "generosità" delle altre potenze».
  • «Anziché potenziare l'esercito e l’arsenale di armi dei singoli stati e quindi moltiplicare le inefficienze e le sovrapposizioni e allontanarsi ancora di più dall'idea di Unione europea, sarebbe stato più utile e funzionale impiegare le risorse per unificare le 27 difese in una difesa europea». 
  • «Più che riarmo vorrei sentir parlare di Difesa, mi sentirei molto più protetta se ci fosse un'Europa unita coesa e pronta a difendere la nostra democrazia e libertà! Come tutte le cose a questo mondo ci costerà, per me ne vale la pena».
  • «Si ad una difesa unica comune che permetterebbe di ottimizzare e diminuire i costi per i singoli stati. No ad un riarmo incondizionato che non è in linea coi principi europei e della Costituzione italiane e neppure con i bisogni veri delle persone. Non commettiamo errori già fatti nella storia»
  • «L'Europa deve potersi difendere, dalla Russia ma non solo. È pericoloso un riarmo fatto individualmente dai singoli stati, perché può portare tra qualche anno , con il cambio di singoli Governi, ad un uso locale di tali armi. È necessario invece avere un organizzazione difensiva centrale, forte e ben dotata».

Il riarmo europeo è un’isteria collettiva

Per altri lettori e lettrici, il riarmo non solo sarebbe inutile ma sottrarrebbe risorse ad altri interventi, soprattutto in materia di welfare, su cui bisogna continuare ad investire, anche per le future generazioni

  • «Nessun male necessario: il riarmo è pazzia totale, merce molto diffusa in questo momento, visti i Trump, i Musk, gli Zelensky e i Putin. Il riarmo servirebbe a poco: solo a sottrarre altre risorse allo stato sociale e ai servizi e a infangare l'unica cosa nobile che noi UE ancora possediamo, ovvero i nobili innovativi intenti dai quali siamo nati.  L’Unione Europea ha l'occasione di tenere il punto sulla propria diversità rispetto alla Russia e agli Stati Uniti. Se siamo a questo punto, è per la miopia e la pavidità dei politici dei decenni passati che non hanno saputo costruire contenuti realmente innovativi sulla scia di Ventotene, fuori dal liberismo, dal capitalismo, dall'atlantismo e dalla Fortezza Europa».
  • «Ritengo il riarmo proposto dalla Commissione europea dannoso e che non guarda alla diplomazia verso la pace. Il Parlamento europeo deve legiferare per politiche unificanti per l'Europa del futuro. Le democrazie non possono pensare di lasciare l'Europa a brandelli alle nuove generazioni».

  • «Il riarmo europeo è sicuramente un'isteria da fermare finché c'è tempo. Se quando Trump e Zelensky hanno litigato a Washington, l'Europa avesse detto: «adesso la pace la facciamo noi»  e avesse convocato una conferenza, avrebbe fatto una ottima figura e non saremmo arrivati a invocare la difesa atomica.  Basta armi, basta guerre che aggravano il disastro climatico. I soldi delle armi dovrebbero essere spesi per mitigare le disuguaglianze e aiutare la natura a sopravvivere ai nostri orrori».

  • «Un male e basta, da fermare immediatamente. La pace non si costruisce con le armi e con la deterrenza atomica. Non abbiamo un Europa degna di questo nome, e dovremmo vedere la nascita di un nazionalismo europeo, armato per giunta».

  • «Assolutamente una scelta insensata: trattare è l'unica soluzione sensata».

  • «Il riarmo europeo è una follia che pagheremo caro con una riduzione drastica delle spese per sanità, scuola e lotta alla povertà».

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