Le notizie di oggi, 5 gennaio: continuano le proteste in Kazakistan, i dati di Agenas sull’occupazione ospedaliera, il Cdm e le proposte delle regioni sulle scuole, Trump cancella la conferenza stampa prevista per l’anniversario dell’assalto a Capitol Hill.  

I dati Covid di oggi

Sono 189.109 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 98.030. Le vittime sono 231 in un giorno, mentre una settimana fa erano state 148. I nuovi ricoveri in terapia intensiva sono 132, mentre lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 126. 

A fronte di 1.094.255 tamponi molecolari e antigenici effettuati, il tasso di positività oggi è del 17,28 per cento, contro il 9,52 per cento di 7 giorni fa, quando i tamponi erano stati 1.029.429.

Continuano le proteste in Kazakistan

(AP Photo/Vladimir Tretyakov)

Continuano le proteste contro l'aumento del costo del gas in Kazakistan, a causa della decisione del governo kazako di eliminare il limite massimo al prezzo del Gpl.

Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Tass, citata da LaPresse, la residenza presidenziale ad Almaty è in fiamme e fuori dall'edificio si sono radunati migliaia di manifestanti armati di carabine, fucili e granate.

Secondo quanto ha riferito un corrispondente della Tass la residenza è stata inghiottita dal fumo, e gli edifici vicini sono in fiamme, mentre le forze dell'ordine hanno lasciato l'edificio. Nel frattempo sempre più manifestanti sarebbero diretti verso l’aeroporto di Almaty, e le evacuazioni dei dipendenti sarebbero in corso.

Il gruppo di monitoraggio web NetBlocks ha denunciato un blackout di internet a livello nazionale, mentre il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha detto che intende «agire nel modo più duro possibile» verso i disordini in corso nel paese, parlando di «morti e feriti» e annunciando «proposte per la trasformazione politica del paese» al più presto.

Intervenendo in televisione per un discorso alla nazione, il presidente Tokayev ha annunciato inoltre che da oggi dirigerà il Consiglio di sicurezza della repubblica, che in precedenza era guidato dall'ex capo di stato Nursultan Nazarbayev, e ha detto che non lascerà il paese «qualunque cosa accada».

Questa mattina i manifestanti hanno preso il controllo dell'edificio del comune ad Aktobe, e fatto irruzione in quello di Almaty, appiccando il fuoco. 

In tutto il paese, compresa la capitale, Nur-Sultan, è stato dichiarato lo stato d’emergenza fino al 19 gennaio, con un coprifuoco notturno fra le 23 e le 7. Mentre è stata vietata l'organizzazione di incontri e raduni pubblici, la polizia usa blindati, gas lacrimogeni e granate contro i dimostranti. 

Il presidente Kassym-Zhomart Tokayev ha accettato le dimissioni del governo, e nominato come premier ad interim Alikhan Smailov, in precedenza vice premier. Le forze dell’ordine hanno riferito che finora sono state arrestate più di 200 persone, e sono almeno 95 gli agenti rimasti feriti negli scontri. 

La visita di Borrell nel Donbass

AFP or licensors

«Vediamo molti destini distrutti, famiglie divise su entrambi i lati della linea di contatto e l'accesso ai servizi di base per vivere e lavorare ostacolato» è quanto ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell, al termine della sua visita in Ucraina e nella zona contesa del Donbass. Una visita che il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha definito «storica», essendo il primo Alto rappresentate Ue a recarsi in quei luoghi. 

«L'Ucraina e l'Unione europea sono fianco a fianco nel contrastare la politica aggressiva della Russia, e stiamo parlando non solo di quella diplomatica, ma anche di soluzioni concrete e pratiche», ha detto Kuleba.

«Ora – ha aggiunto – sia l'Ucraina che l'Ue hanno un solo compito: usare lo strumento della diplomazia per promuovere una de-escalation della situazione, costringere Mosca a diminuire la tensione e respingere le sue intenzioni aggressive. Stiamo lavorando per frenare la Federazione Russa e un elemento di questa azione restrittiva è la preparazione di un nuovo pacchetto di sanzioni dolorose».

Libano, caschi blu dell’Onu attaccati nel sud

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Un gruppo di caschi blu delle Nazioni Unite è stato attaccato nel sud del Libano. Gli aggressori, al momento non identificati, hanno vandalizzato i veicoli e rubato oggetti, ha detto un funzionario dell’Unifil, la missione dell’Onu in Libano. L’Onu ha invitato le autorità libanesi a «indagare rapidamente e accuratamente e perseguire tutti i responsabili di questi crimini». Non è al momento chiaro cosa sia abbia causato l’incidente.

Ospedali occupati al 20 per cento, terapie intensive al 15

LaPresse

Secondo le ultime rilevazioni di Agenas – l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – crescono i ricoveri sul territorio nazionale. Il tasso di occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri sale infatti al 20 per cento. In 24 ore è cresciuta in 13 regioni, raggiungendo livelli più critici in Valle d'Aosta (47 per cento), Calabria (32 per cento), Liguria (31 per cento) e Umbria (27 per cento).

A crescere sono anche l’Abruzzo (al 16 per cento), la Campania (19 per cento), l’Emilia Romagna (18 per cento), il Lazio (20 per cento), la Lombardia (22 per cento), il Piemonte (24 per cento), la Puglia (12 per cento), la Sicilia (24 per cento) e la Toscana (16 per cento).

I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 restano al 15 per cento a livello nazionale ma crescono in sei regioni: Abruzzo, Basilicata, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Piemonte e Valle d'Aosta. 

La soglia critica è fissata al 10 per cento di occupazione per le terapie intensive e al 15 per cento per l’area medica.

Cdm, sul tavolo smart working e rientro a scuola

Cecilia Fabiano/ LaPresse

Si terrà oggi il Consiglio dei ministri che dovrà approvare nuove misure contro il Covid-19. Sul tavolo c’è la proposta di estensione del super green pass per alcune categorie lavorative, e la proposta di obbligo vaccinale per gli over-60. Sulla proposta di smart working generalizzato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha detto che «uno smart working di massa non è più giustificato».

Ieri le regioni hanno discusso e approvato un documento da presentare al governo sulle proposte per la riapertura della scuola dopo le vacanze natalizie (il 10 gennaio, per la maggior parte delle scuole). Le regioni hanno chiesto che sia il Comitato tecnico scientifico a dare il via libera alla riapertura, con «uno specifico parere che evidenzi una ricaduta non negativa della riapertura scolastica sull’andamento pandemico».

Secondo le proposte presentate al governo, le regioni chiedono quarantena per sette giorni al primo caso di contagio in classe per le scuole dell’infanzia; quarantena di sette giorni al secondo contagio in classe per i bambini tra 5 e 11 anni – dalle elementari alla seconda media – e quarantena per sette giorni dal terzo caso di contagio in classe dalla terza media alle superiori.

Questa differenziazione per fasce d’età proposta dalle regioni si basa sulla diversa copertura vaccinale e sull’uso di mascherine. E per quanto riguarda i tamponi, le regioni richiederebbero un antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno dal rientro a scuola.

È stato inoltre chiesto al governo di sospendere le lezioni di educazione fisica, di canto e di strumento musicale nel periodo del picco dei contagi. Le proposte delle regioni verranno valutate oggi dal Consiglio dei ministri.

Intanto il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato l'ordinanza per la riapertura delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado il 10 gennaio.

Domani l’anniversario dell’attacco a Capitol Hill

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L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha cancellato la conferenza stampa in programma a Mar-a-Lago, in Florida, il giorno del primo anniversario dell'assalto al Congresso statunitense, attaccando i democratici e le fake news. 

Il presidente Joe Biden, invece, terrà un discorso alla nazione sull’importanza della democrazia e la gratitudine verso il lavoro svolto dalle forze di polizia. La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha anticipato alla stampa che il presidente Biden affronterà anche il ruolo di Trump nell'attacco al Campidoglio, inclusa la «singolare responsabilità che l'ex presidente ha avuto per il caos e la carneficina che abbiamo visto».

In un anno di indagini, più di 700 persone sono state accusate di crimini federali derivanti dall'attacco, e arresti vengono ancora effettuati regolarmente. Migliaia di ore di video della sorveglianza sono state scandagliate per cercare di ottenere immagini chiare delle persone coinvolte nell'assalto, ma ancora 250 persone non sono state completamente identificate e arrestate. Altre 100 sono ricercate per altri reati legati alla rivolta. Secondo Steven D'Antuono, dell'Fbi, «C'è ancora molto lavoro da fare».


 

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