- Il 15 settembre, con il discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione Ue si gioca una parte del suo capitale politico. Ma una fetta ancor più importante della sua credibilità dipende dai fatti che seguono le parole.
- Se analizziamo lo “state of the Union” di un anno fa, e poi le azioni, viene fuori che la metà delle promesse non sono state mantenute; lo dice una analisi sulle iniziative legislative.
- Nel merito, anche la priorità di von der Leyen – il clima – è stata in parte tradita. Poi ci sono le delusioni in fatto di diseguaglianze, diritti e salute. E la questione non da poco dello stato di salute della democrazia nell’Ue.
Questo 15 settembre per la politica europea è forse il giorno più importante dell’anno. Sicuramente lo è per Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, che a Strasburgo davanti agli eletti europei tiene il discorso sullo stato dell’Unione. Negli Stati Uniti, dove la tradizione dello “state of the Union” è nata nel 1790 con George Washington, questo è il momento unificante della nazione da quando esistono i mass media. L’Ue non è ancora una nazione, ma per la presidente si tr



