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Il suicidio dopo la violenza in ospedale e l’identità negata da un titolo

Il 28 maggio un ragazzo trans* si è suicidato dopo essere stato violentato in ospedale a Vizzolo Predabissi. «Tutti i giornali l’hanno chiamato “donna” e l’hanno identificato con i suoi vecchi pronomi femminili», hanno denunciato le persone a lui vicine. Non è l’unico caso di narrazione non rispettosa delle identità, come già avvenne per Cloe Bianco. Elena Miglietti di Giulia giornaliste: «Penso non sia una questione di aggiornamento, se non lo fai è perché vuoi parlarne in quel modo. Ed è così che il linguaggio diventa politica»

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