Normalizzare l’aborto non significa negare la necessità di un welfare a sostegno della natalità, né che la contraccezione sia un presidio fondamentale di salute pubblica, ma vuol dire riarticolare l’intero discorso in termini di giustizia riproduttiva mettendo in discussione gli approcci paternalistici di uno stato che, mentre dovrebbe assistere, sorveglia o abbandona