VideoFattiNon mi dica che sono coraggiosa - una poesia di Lorenzo Maragoni
Cerco di convincermi che nessun uomo che conosco sia violento, che nessuna donna che conosco sia vittima di un uomo violento, cerco di convincermi che io non sia un uomo violento, mi chiedo se sia giusta la parola vittima, mi chiedo se sia giusto che io uomo parli di questo, mi dico che forse, magari, le voci dei maschi possono aiutare, aiutare a far sentire i maschi più stretti, più circondati, più esposti, e le donne se non più sicure un po’ meno insicure, mi fa sentire o mi illude di sentire che questa oscena cortina di omertà che li ha protetti, che ci ha protetti per millenni, fatta di generazioni di uomini che si sono aiutati l’uno con l’altro a dirsi lorè, francè, daniè, se tu ti fai i cazzi tuoi, io mi faccio i cazzi miei, lascia stare, è tutto a posto, tutto normale, quella cultura orrenda che abbiamo costruito difeso e certificato nell’altrettanto orrenda frase i panni sporchi si lavano in famiglia eccola qui, manco la cultura dell’abuso, la celebrazione dell’abuso, la certificazione che l’abuso, la violenza, si possono fare e ci daremo una mano a non farlo sapere, ci siamo detti per millenni lascia che chi abusa faccia in pace il suo lavoro, ecco, cerco di convincermi che questa oscena cortina di omertà forse si stia sollevando, meglio squarciando, da parte di noi uomini intendo, che da parte delle donne da mo, da parte di noi uomini in inaccettabile ritardo su ogni possibile ritardo, forse la stiamo provando a costruire questa fratellanza utile, quella che dice frate hai bisogno di aiuto, che dice frate ho bisogno di aiuto, quella che chiede sorella hai bisogno di aiuto, e in base alla risposta prende sul serio, ascolta, e non si tira indietro che quando uno dice, dopo un femminicidio, dopo un episodio di violenza, non c’erano segnali, io per carità, cerco di convincermi che sia vero, per raccontarmi che purtroppo, non si poteva fare niente, ma il dubbio che questa mancanza di segnali sia stata una somma di persone che di fronte ai segnali hanno pensato, nel dubbio, mi faccio i cazzi miei, un po’ mi viene, e cerco di convincermi che siamo in grado: di fare di meglio.
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Video di Lorenzo Sassi