I legali di Sindona, allo scopo di contrastarne l'estradizione, presentarono all'autorità giudiziaria statunitense una serie di dichiarazioni giurate ("affidavit"), sottoscritte da importanti personaggi, in cui si sosteneva che Sindona era perseguitato dalla giustizia italiana perché anticomunista, e che il suo rientro in Italia avrebbe avuto come conseguenza un processo ingiusto