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Gli ultimi attivisti della Flotilla liberati: «Abbiamo avuto un piccolo assaggio di quello che provano i palestinesi»

«Abbiamo avuto solo un piccolo assaggio di quello che subiscono i palestinesi ogni giorno, ogni ora. Altre missioni? La mobilitazione continua. Il blocco navale è ancora lì ed il genocidio prosegue. Quelli che sono raccontati come accordi di pace sono solo condizioni spietate di resa dove i diritti sono come una merce di scambio». Tra abbracci, lacrime di commozione, cori, lo ha detto all'aeroporto di Fiumicino Antonio "Tony" La Piccirella, uno dei 7 (5 uomini e 2 donne) attivisti italiani della Global Sumud Flotilla rientrati la sera del 6 ottobrer a Roma da Atene. Gli altri sono Adriano Veneziani, Gessica Lastrucci, Giorgio Patti, Federica Frascà, Marco Orefice e Andrea Sebastiano Tribulato. Tutti accolti calorosamente da oltre un centinaio tra familiari, amici ed attivisti. «Questo è solo l'inizio - ha proseguito -. Siamo voluti rimanere il più possibile, visto che non possiamo raggiungere la Palestina e che non c'è almeno il rispetto del diritto internazionale e della dignità umana minima: abbiamo quindi rifiutato il rimpatrio volontario perchè non c'è nulla di volontario in quello che è successo. Siamo stati sequestrati in mare aperto, in acque internazionali dove Israele non ha alcuna autorità. Era una missione di solidarietà internazionale e quindi non si lascia nessuno indietro. La prossima volta magari saremo in 5000: c'è un movimento globale e non siamo gli unici ad essere arrabbiati. Non so se tornerò, questa è stata la seconda volta ed ho rischiato un pochino di più, ma c'è gente che rischia molto di più ogni giorno. La mobilitazione continua e la mia lotta prosegue anche dall'Italia», ha concluso.

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